DIARIO DELLE SELEZIONI
Durante la cena conviviale che segue lo spettacolo, sono emersi i diversi modi di sentire e fare teatro: in particolare chi privilegia la parola rispetto a chi costruisce, attraverso una gestualità corporea forte, il suo modo per trasmettere emozioni. La disponibilità all’ascolto e al confronto che caratterizza queste giovani attrici, ha portato alla conclusione suggerita dalle parole di Alain Antille:
“Le parole fondano e danno corpo al nostro sapere, ma sarebbero niente senza un’esperienza sentita del corpo. Il vero sapere è nutrimento e legame, arriva ai sensi, tocca il cuore e genera il gesto. Integrare la parola al gesto significa integrare il pensare con il sentire”.
Ne hanno dato prova le quattro migliori performances della prima serata di selezione, alla presenza di una graditissima ospite: la d.ssa Perla Suma Consigliera di parità alla provincia di Taranto. Un pubblico di fedelissimi - che hanno saputo rinunciare alle numerose iniziative locali svoltesi in contemporanea - hanno assegnato il PREMIO DEL PUBBLICO a PINA DI GENNARO. Opinione condivisa dalla Giuria tecnica (punti 38,12) e dalla GIURIA DEI GIOVANI. Pina - con un monologo tratto da “La partitura” di Enzo Moscato, ha interpretato un’ emozionante e intensa figura femminile, messaggera di un racconto amaro, testimone di una città (Napoli) sopraffatta dalle dominazioni di Spagnoli e Francesi e della sua parte più emarginata e oppressa: facce toste, femmine di vita, donne ingannate con false promesse (Ò Trianon) prima dal Vicerè Spagnolo e poi dal Luogotenente Francese; sfruttate per distrarre e stancare il nemico, pronto a conquistare la città e lentamente private di tutto e della vita stessa.
Dotata di una grande presenza scenica, l’attrice ha sviluppato il racconto utilizzando in modo geniale due stendardi rossi, utili complementi di scena.
MICHELA COSTA ci ha coinvolto in una regia fantasiosa e divertente del brano tratto da “La misteriosa scomparsa di W” di Stefano Benni. – W. è una grande metafora della vita fin dalla nascita - sostiene l’attrice - ed è bello pensare che ciascuna persona del pubblico potrà vedere ciò che desidera in questo testo e lasciarsi colpire da ciò che più la riguarda. Per questo la scelta registica è stata quella di lavorare con un unico oggetto, capace di diventare tante cose e necessario per creare situazioni e atmosfere diverse. Un bel gioco di movimenti, ha dato forza ed emozione alle parole. (punti 33,75)
Straordinaria attrice della parola, FELIPE MORETTI ha dato voce alle donne emarginate, private di tutto, che con un estremo atto di coraggio e dignità raccontano le loro storie. Il brano è tratto da "Quando riuscivamo a morire" di Susanna Mannelli. Miriam incontra una giovane di nome Core e si identifica con lei, al punto di rivivere come esperienza diretta la sua storia, quella di Minte la ninfa dei fiumi, amante di Ade, re degli Inferi, sposo di Core. Racconta di come Core ha massacrato la giovane in preda ad una lucida follia, toccando il fondo della disperazione, di come le abbia insegnato la purezza. Racconta che i resti di Minte sono stati trasformati da Ade nella pianta della menta e che seguendo il profumo della sua essenza, Core - e forse anche lei Miriam - ha trovato la strada per riemergere dal fondo. L’attrice ha costruito un ottimo lavoro, con un uso sapiente della maschera per svolgere il dialogo. Veramente brava. (punti 32,37)
Infine GIORGIA BRUSCO con un suo adattamento da “Una risata piena di finestre” di Pino Rovereto, ha espresso le riflessioni di una madre “se fosse lei suo figlio”. In questo brano leggiamo le sue delusioni, la sua solitudine, le sue speranze disattese e l'amarezza rimasta in fondo alla bocca per aver creduto, forse per un attimo, di poter scrivere non solo la propria vita, ma anche quella degli altri. Dotata di grande forza drammaturgica ed espressività, ha saputo emozionare pubblico e giuria. (punti 30,25)
Lasciamo il commento della serata alle parole di una delle partecipanti:
“Anzitutto volevo ringraziarvi della bella opportunità che ci avete offerto. E' stata un'ottima esperienza che nonostante il mio risultato deludente, mi ha portato a confrontarmi non solo con la giuria e il pubblico, fonti equamente competenti, ma soprattutto con altre ragazze che hanno idee e voglia di fare questo lavoro. E' stato molto utile per me per poter avere un motivo in più per studiare, impegnarmi e migliorare. Spero di avere di nuovo il piacere di tornare da voi, lavorando sodo e impegnandomi al cento per cento. Insomma un'occasione in più per stimolarmi e imparare a credere di più in me stessa, confrontarmi con delle sfide costruttive”.
Perché - aggiungiamo noi - a vincere in questo gioco sarà IL TEATRO.
Teatro